Il matrimonio di Stefania e Andrea è stato come una passeggiata sotto cieli di primavera in mezzo alla natura appena risvegliata dal sogno dell’inverno, con il sole tiepido che ti accarezza la pelle e ti riempie gli occhi di luce. L’ulivo ha impreziosito ogni composizione per ricordarci la forza della rigenerazione, del fiorire ancora e sempre dinnanzi ad ogni circostanza, come fa ogni vero amore. L’aria che si respirava era quella di una cima di montagna ricoperta di fiori pastello, variopinti e bellissimi, l’aria che respiri forte quando la vita ti ricorda il suo essere così immensa e maestosa, discreta ed invincibile, come l’unione dei nostri sposi.
Certi amori sono tanto luminosi che sembrano circondare chi vi si avvicina con una sfavillante bolla di luce, accendendo ogni cosa di nuovo fulgore. Cristina e Roberto hanno fatto proprio questo; ci hanno inondato con la loro luce, e dunque noi per raccontarli abbiamo immerso il loro ricevimento in una cascata di splendore, dando forma e realtà alla magia che irradiano insieme e che ha fatto brillare l’intero cortile del castello che ha ospitato il loro amore, nonché gli occhi, i sorrisi e i cuori di tutti i partecipanti a questo evento mozzafiato.
“Quand il me prend dans ses bras / Qu’il me parle tout bas / Je vois la vie en rose… Il me dit des mots d’amour / Des mots de tous les jours / Et ça me fait quelque chose / Il est entré dans mon cœur / Une part de bonheur / Dont je connais la cause…”. Non troviamo parole migliori di quelle di Edith Piaf per raccontare cosa sia l’amore, così semplice, fatto di “parole di tutti i giorni” dette a voce bassa, di felicità delle quali conosciamo la causa, eppure così assolute e disarmanti da dare un colore alla nostra intera esistenza: il rosa ovviamente. E di tutte le sfumature di rosa abbiamo acceso la location che ha ospitato il matrimonio di Corinna e Stefano, ricreando un piccolo, intimo e spettacolare giardino di ogni varietà di rose possibili capace di accogliere tutta la luce, la gioia, l’armonia e il romanticismo che sprigionano ad ogni sguardo.
Italo Calvino scrisse: “M’accorgo che correndo verso Y ciò che più desidero non è trovare Y al termine della mia corsa: voglio che sia Y a correre verso di me, è questa la risposta di cui ho bisogno, cioè ho bisogno che lei sappia che io sto correndo verso di lei ma nello stesso tempo ho bisogno di sapere che lei sta correndo verso di me.”, e racconta così il nostro desiderio di reciprocità, la bellezza delle linee che si incontrano, dei destini che si incrociano, delle mani che si intrecciano. Al matrimonio di Ilaria e Riccardo, nella cornica romantica e raffinata di questa storica villa piemontese, abbiamo celebrato gli incontri: le geometrie di luce scendevano dall’alto verso le composizioni floreali che si protendevano nell’atto di corrispondere, la texture granitica del piombo si è fusa nel calore dell’arancio, rigore e purezza si sono arricchiti di tocchi orientali, ed il risultato è stato, ancora una volta, un tripudio di meraviglia.
Amore è un faro sempre fisso, che sovrasta la tempesta e non vacilla mai” (W. Shakespeare, sonetto 116). Se lo dice Shakespeare ci crediamo, ma quando abbiamo conosciuto Irene e Andrea ne abbiamo avuto la prova inconfutabile. I nostri sposi hanno affrontato difficoltà, contrattempi, tempeste metaforiche e non solo, arrivando al giorno del matrimonio più innamorati, saldi e meravigliosi che mai. Li abbiamo celebrati in uno splendido palazzo settecentesco incastonato tra Alpi e Langhe, un luogo nel quale elementi diversi si orchestrano melodiosamente creando un’armonia incantevole. Armonia che abbiamo tradotto anche nell’allestimento, bilanciando gli interni rustici e accoglienti della location con delicate tinte pastello che dessero risalto all’eleganza barocca del dettaglio principe: la fantasia floreale blu regale della collezione di porcellane Ginori 1735. Caratteri diversi conciliati in equilibri inattesi a glorificare, come sempre, la grande bellezza.
Un sentimento nobile e puro è un’opera d’arte. Non ha bisogno di orpelli ed ornamenti per risplendere, la sua bellezza è innata, totale, incorruttibile. Bastano l’eleganza perlacea del grigio, essenza di tutte le sfumature, la preziosità assoluta dell’oro e la pulita autenticità dei fiori bianchi per sottolineare la perfezione scaturita dall’armonica unione degli opposti. Il rigore degli scacchi, il contrasto marmoreo e supremo tra il bianco ed il nero, si sublima nel tripudio invincibile dei rigogliosi decori candidi, sede eletta della luce che, entrando dalle 44 vetrate, inonda di assoluto splendore ogni angolo di questi inconfondibili 80 metri di lunghezza: non poteva dunque esserci luogo più degno dell’incantevole Galleria di Diana, capolavoro e gioiello della Reggia di Venaria Reale, per accogliere e festeggiare l’amore di Giuditta e Federico.
Il giardino francese è espressione perfetta del classicismo barocco; un connubio stilistico di correnti all’apparenza contraddittorio ma fonte di inesauribili e sorprendenti ricchezze: l’esplosiva e gioiosa esuberanza della natura viene incanalata ed esaltata in giochi di simmetrie e perfezioni formali dalla sontuosità regale.
Non è solo un tema, è un’idea di ordine che accoglie e regola il rigoglio della vita, non per ingabbiarlo, bensì per glorificarlo dando il giusto spazio alla sua bellezza. È un atto d’amore; e noi lo abbiamo seguito nell’incedere angelico di Camilla verso il suo Mattia, ci è esploso intorno in un tripudio di piccole rose bianche, simbolo di purezza, e rosa, testimoni d’innocenza e gratitudine, lo abbiamo celebrato insieme.
Il Parco di Racconigi è tra le più alte espressioni, in Italia, del gusto neogotico-romantico inglese che prese piede in Europa tra ‘700 e ‘800 e, insieme alle maestose Serre Reali, è una delle location più squisitamente sabaude e ambite di tutto il Piemonte. Quale scenario migliore per accogliere un’autentica fiaba moderna? La storia di Silvia e Giuseppe è culminata qui, nel giorno del loro matrimonio, circondati da bellezza: cascate di rose e ortensie, pampas fluttuanti e una miriade di candele il cui barlume soffuso, riflettendosi sulle immense vetrate della location, ha dato vita ad un gioco incantato di riflessi splendenti e luci sfavillanti, trasportando sposi ed invitati in un autentico sogno.
Una cerimonia civile nelle sale auliche del maestoso municipio ha dato inizio ad una giornata ricca di amore e dolcezza. Abbiamo festeggiato il matrimonio di Glenda e Gaetano in una delle ville più esclusive del territorio sabaudo, perla nascosta nelle colline torinesi, circondata dallo skyline più emozionante offerto dalla città: la Mole Antonelliana, il lungo Po, la meravigliosa piazza Vittorio.
Avvolti in un’atmosfera suggestiva, circondati dai toni raffinati del verde polvere e dalle romantiche sfumature pastello dei Lisianthus e delle rose Bridal, mentre le luci calde giocavano con le vetrate indiamantate dalla leggera pioggia estiva, con Torino stesa ai nostri piedi noi abbiamo toccato il cielo con un dito.
Una chiesa romantica in cui celebrare il rito religioso come da tradizione. Una location immersa nel suggestivo panorama astigiano. Colori tenui e delicati, la bellezza decisa e sfuggente delle pampas, la robustezza e l’autenticità del legno, tendaggi leggeri e luci soffuse. Sono stati gli elementi chiave di un design curato fino all’ultimo dettaglio per creare la giusta atmosfera poetica capace di raccontare l’amore di Alessia e Armando, la sua meravigliosa capacità di mantenersi avviluppato a radici robuste mentre fluttua leggiadro e bellissimo nel vento.